CEDU,15 dicembre 2009 (R.G. 28634/2006)
Secondo la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, attraverso la concessione della semi-libertà ad Angelo Izzo, meglio noto come il mostro del Circeo, le Autorità Italiane avrebbero violato il diritto alla vita di Carmela Linciano e Valentina Maiorano, assassinate nell’aprile del 2005.
Per i parenti delle vittime, i magistrati di Palermo, nella concessione di tale misura nel 2004, non avevano considerato i precedenti e la pericolosità sociae del reo. Infatti, Angelo Izzo, insieme ad altre due persone, era già stato condannato all’ergastolo per i delitti commessi al parco del Circeo nel 1975, in cui una ragazza venne uccisa subendo violenze e stupri ed un’altra si salvò fingendosi morta.
I Giudici di Strasburgo all’unanimità, condividendo le motivazioni degli attori, sostengono che, proprio a causa di tale erronea valutazione, è stato violato l’art. 2 CEDU a norma del quale “il diritto alla vita di ogni persona è protetto dalla legge. Nessuno può essere intenzionalmente privato della vita, salvo che in esecuzione di una sentenza capitale pronunciata da un Tribunale, nel caso in cui il reato sia punito dalla legge con tale pena”.
Pertanto, lo Stato italiano dovrà risarcire ai famigliari di Carmela Linciano e Valentina Maiorano una somma totale complessiva pari a € 45.000 per danni morali.
Di seguito il testo integrale della sentenza:
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