Giuseppe Vettori – Professore Ordinario di Diritto Civile
La lunga marcia della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea
Dopo la proclamazione solenne del 2000 a Nizza, la sottoscrizione del Trattato costituzionale del 2004 e l’esito negativo dei referendum in Francia e in Germania, la Conferenza intergovernativa del 21 e 22 giugno del 2007 ha prodotto sostanziali novità.
Il progetto costituzionale che intendeva abrogare tutti i Trattati esistenti e sostituirli con un unico testo denominato Costituzione è stato abbandonato. La riforma modificherà il Trattato sull’unione europea (TUE) e il Trattato istitutivo della Comunità europea (TCE) che sarà denominato Trattato sul funzionamento dell’Unione, la quale acquisirà personalità giuridica.
Scompare il termine Comunità europea ma si precisa che i due Trattati «non avranno carattere costituzionale» e che il termine costituzione non sarà mai utilizzato.
Le innovazioni riguardano anche la sorte della Carta dei diritti fondamentali che assumerà valore giuridico per effetto della sostituzione dell’art. 6 del Trattato UE . Ma il compromesso non è stato affatto indolore e ha lasciato, anzi, una traccia forte e preoccupante.
Sarà allegata una dichiarazione unilaterale della Polonia in base alla quale quel testo «non pregiudica in alcun modo il diritto degli Stati Membri di legiferare in ambito di moralità pubblica, diritto di famiglia, tutela della dignità umana e rispetto dell’integrità fisica e morale». Ma c’è di più. E’ previsto un Protocollo che riguarda espressamente l’Inghilterra ove sono contenute precisazioni di grande rilievo. L’applicazione della Carta deve essere rigorosamente conforme alle disposizioni del suo titolo VII (a suo tempo imposto dagli inglesi), deve essere interpretata in modo conforme alle spiegazioni di tali articoli, non deve estendere la competenza della Corte di Giustizia né creare diritti e obblighi nuovi .
Il senso di tali indicazioni non potrebbe essere più chiaro nella volontà di coloro che le hanno richieste. La Carta non ha valore costituzionale, contiene diritti e principi senza crearne di nuovi, è legata ad un rigido e predeterminato processo di applicazione e di interpretazione.
Occorre partire da qui, da questa radicata ostilità di alcuni Stati, per fissare il valore di questo documento nel confronto fra critiche e adesioni della dottrina e della giurisprudenza europea.
Sommario. 1. La diagnosi dell’attualità – 2. La Carta, la Dottrina e le Corti – 2.1. La dottrina – 2.2. – Gli organi comunitari – 2.3. Le corti – 3. Interpretazione ed applicazione – 3.1. Diritti e principi – 3.2. La Carta ed i principi generali del diritto comunitario.
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